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Cronaca

Olbia, il mistero della bottiglia: alla ricerca del piccolo Giacomo

Olbia, il mistero della bottiglia: alla ricerca del piccolo Giacomo
Olbia, il mistero della bottiglia: alla ricerca del piccolo Giacomo
Angela Galiberti

Pubblicato il 08 April 2017 alle 13:29

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Olbia, 08 Aprile 2017 - Metti una passeggiata sulla spiaggia dopo una forte mareggiata, l'intervento di un'archeologa e un messaggio affidato alle onde del mare. Questi sono gli ingredienti di un vero e proprio mistero scoperto e risolto da alcune cittadine olbiesi e da una professionista della Storia, l'archeologa calangianese Letizia Fraschini.

La nostra storia inizia il 22 Gennaio 2017, durante una splendida passeggiata a San Teodoro. Siamo a Lu Impostu: una delle spiagge più affascinanti della Sardegna. Un fascino che permane anche d'inverno, benché dal sapore completamente diverso rispetto a quello estivo. Una mareggiata ha cambiato l'aspetto della spiaggia, adagiando sull'arenile alghe e oggetti di ogni tipo. Il mare restituisce sempre ciò che riceve e, a volte, restituisce anche dei misteri.

La protagonista del nostro mistero si fa trovare così: distesa delicatamente sulla sabbia, a pochi metri dalle onde che l'hanno porta lì. La sua presenza non passa inosservata: una ragazza olbiese, curiosa e appassionata, la raccoglie affascinata dalla sua fattura apparentemente antica e dal suo contenuto. Dentro quella bottiglietta di vetro piena d'acqua adagiata sulla spiaggia vi era, infatti, un rotolo di carta. E un rotolo di carta dentro una bottiglia significa solo una cosa: c'è un messaggio da scoprire.

La bottiglia del mistero, tramite una serie fortunate di coincidenze e di altre due cittadine olbiesi, arriva agli occhi dell'archeologa Letizia Fraschini che, alla vista del manufatto incrostato, si precipitaa Olbia per dare il suo contributo. L'esperienza della dottoressa Fraschini fa sì che la bottiglia venga trattata quasi come una vera reliquia: il gruppo di amiche, unite all'insegna di questo mistero, si adopera per aprire la bottiglia, preservarne il contenuto e svelare l'arcano. Il tutto seguendo le rigide indicazioni dell'archeologa per non rovinare il delicato figlio di carta arrotolato.

Ci sono voluti due mesi e tanta pazienza per poter arrivare alla lettura del messaggio. Due mesi in cui la bottiglia di vetro è stata coccolata, scaldata e maneggiata con cura. Grazie a un vero e proprio gioco da maestro, Letizia Fraschini riesce a togliere con delicatezza il messaggio dalla bottiglia aiutandosi con una pinzetta. La carta era spezzata in due e in due era spezzato il messaggio. E' difficile rendere a parole ciò che le protagoniste di questa storia hanno provato rimettendo insieme i pezzi del messaggio: adrenalina a mille, gioia, stupore e forse un filo di delusione stemperato dal contenuto. Un contenuto totalmente inaspettato che ripaga di tutte le fatiche e di tutto il tempo speso dietro alla bottiglia del mistero.

A scrivere il messaggio è stato Giacomo, un bambino di quattro anni e mezzo. La calligrafia presente sul foglio ha un che di antico e il messaggio dettato da Giacomo a quello che si ipotizza essere il nonno è di una delicatezza disarmante.

"Anno 2016.Sono Giacomo e scrivo questo messaggio per i pirati del mare. Non rubate nelle barche i tesori perché voi avete già un tesoro per conoscere me: ho 4 anni e mezzo e so molte cose che voi non sapete. Siate bravi, buoni e amici di tutti. Questo mio messaggio non ha tempo. Giacomo"

Rimane però un ultimo mistero: chi è Giacomo e dove vive?