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"Autunno in Barbagia" questo fine settimana scopriamo Orgosolo e Lollove

Antonio Pani

Pubblicato il 13 October 2016 alle 10:22

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Olbia, 13 Ottobre 2016 - Continuano le tappe di "Autunno in Barbagia", migliaia le persone che si riversano nei bellissimi borghi situati nel cuore della Sardegna per scoprire le vecchie usanze e le antiche tradizioni. Questa settimana gli appuntamenti sono a Lollove e a Orgosolo.

Paesaggi mozzafiato, foreste incontaminate e grandiosi fenomeni naturali caratterizzano il complesso montuoso del Supramonte nel territorio di Orgosolo. Si tratta di un esteso altopiano di calcari e dolomie con eccezionali formazioni rocciose arricchito da una ricca vegetazione alimentata dagli abbondanti corsi d’acqua sotterranei. Per raggiungere alcuni dei siti più affascinanti si possono intraprendere meravigliose escursioni sui numerosi sentieri che si snodano tutt’intorno al paese. Il ricco patrimonio archeologico vanta importanti monumenti dell’epoca prenuragica: nel circondario si possono visitare diversi menhir e domus de janas (come quelle di Tettene, Istovuzzi e Pandelai), i numerosi villaggi nuragici e gli oltre 30 nuraghi. Tra questi, il nuraghe Mereu, immerso nella cornice del Supramonte, conserva la copertura a thòlos (una sorta di cupola) e dal quale si gode uno spettacolare panorama sul canyon di Gorroppu. Terra di artisti e culla di arcaiche tradizioni Orgosolo rivela uno spirito vivace e un profondo legame con le sue radici. Il centro storico è caratterizzato da strette stradine e case in pietra arricchite dai bellissimi murales, simbolo di un’importante corrente artistica nata per contestare le ingiustizie sociali, che hanno portato Orgosolo ad una fama internazionale. I primi dipinti murali di stampo politico-sociale risalgono alla fine degli anni Sessanta del Novecento, in seguito numerosi artisti hanno offerto il loro contributo trasformando il paese in un vero e proprio museo a cielo aperto.

A pochi chilometri da Nuoro, nascosto da una vegetazione lussureggiante, sorge il piccolo ed affascinante borgo di Lollove, abitato da 15 persone, dove il visitatore è immerso in un’epoca senza tempo, sospeso in un passato romantico che resiste al trascorrere dei secoli. Il borgo di Lollove è racchiuso in una deliziosa conca bagnata da alcuni ruscelli e circondata da verdeggianti colline. Tra le vie del centro antichi ruderi pieni di fascino sono ricoperti da una vegetazione incolta che lascia intravedere i vecchi cortili intorno alle case, recintati dai muretti a secco dove venivano curati piccoli orti. I pochi abitanti che ancora popolano il paesello si dedicano all’agricoltura e, prevalentemente, all’allevamento: non distanti dalle case si possono incontrare pecore, asini, cavalli, maiali e galline. “Lollove as a esser chei s’abba ’e su mare: no as a crèschere ne apparèschere mai!” Con queste parole fu lanciata la maledizione sul borgo da allora incantato e avvolto in una suggestiva atmosfera dove regna un silenzio quasi irreale. La leggenda narra che alcune monache dell’antico monastero, forse francescane penitenti, vennero accusate di aver avuto rapporti carnali con i pastori del luogo e furono costrette a lasciare il villaggio. Allontanandosi pronunciarono la terribile condanna: ‘Lollove sarai come l’acqua del mare, non crescerai né mostrerai (di crescere) mai’. La storia sembra essere divenuta realtà per il piccolo centro che ha resistito alla scomparsa grazie alla tenacia dei pochi abitanti che ancora oggi tramandano le antiche storie e i costumi locali. L’eccezionale stato di conservazione delle architetture tradizionali ha reso il paesello celebre in tutta l’isola.