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Cronaca

ARCHEO GOlfaranci scopre la storia camminando sui binari abbandonati

ARCHEO GOlfaranci scopre la storia camminando sui binari abbandonati
ARCHEO GOlfaranci scopre la storia camminando sui binari abbandonati
Olbia.it

Pubblicato il 28 May 2017 alle 16:45

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La ferrovia che segue la linea di costa, partendo dalla stazione dei treni fino a Cala Moresca, è stato il percorso a piedi che ha costituito un perfetto trait d’union simbolico, storico e fisico della “lezione in cammino” in quattro tappe organizzata sabato 27 maggio dalla A. C. Larathanos, sesta della serie di Archeo Go (in questo caso ribattezzato Archeo Golfaranci). L’evento culturale, che ha contato un’ottantina di partecipanti di tutte le età, fra cui non pochi turisti, si è avvalso della collaborazione dello Yacht Club Porto Rotondo presieduto da Roberto Azzi e del patrocinio gratuito del Comune di Golfo Aranci. La prima spiegazione, tenuta dal massimo esperto di storia golfarancina, Mario Spanu Babay, è stata quella fatta per laStazione ferroviaria, una delle più grandi e belle dell’Isola, e ciò perché negli anni Ottanta del XIX secolo fu concepita come capolinea ferroviario in funzione dello scalo portuale creato ex novoin alternativa a quello di Terranova Pausania, il cui golfo interno era andato incontro alla plurisecolare lagunizzazione.

[caption id="attachment_78899" align="aligncenter" width="960"] Mario Spanu Babay spiega la nascita di Golfo Aranci (foto Maurizio Casula)[/caption]

Seconda tappa, con spiegazione dell’archeologo e guida turisticaM. Agostino Amucano, è stata il pozzo sacro nuragico Milis, retrostante alla stazione, che fu in parte danneggiato dalla costruzione delle ferrovie, ma che con i suoi quaranta gradini di discesa alla sorgente - sempre attivissima - ed il suo straordinario sviluppo complessivo in altezza stimabile in poco meno di 11 metri, costituisce uno dei più grandi pozzi sacri della Sardegna. Per comprendere le dimensioni basta rapportarle a quelle del meglio noto pozzo sacro di Sa Testa di Olbia con 17 gradini e m. 6,90 di altezza, quindi la metà circa di quelle del pozzo Milis!

La terza tappa è stata il bunker militare della Seconda Guerra mondiale, presso Cala Moresca. Interamente e splendidamente restaurato a sue spese e con le sue mani da un privato, Tonino Ena, è il primo degli oltre cinquecento edifici militari sardi del genere ad essere stato sottoposto ad un recupero integrale.

[caption id="attachment_78901" align="aligncenter" width="960"] La visita al bunker "di Tonino Ena" (foto Maurizio Casula).[/caption]

Da ultimo Cala Moresca e i suoi forni di calce abbandonati da oltre mezzo secolo, illustrati da Amucano e Babay, affascinante testimonianza di un florido settore dell’economia legato alla rinascita edilizia nel dopoguerra. Un esempio interessantissimo di archeologia industriale che meriterebbe ben più di una visita e una spiegazione, ma un vero e proprio progetto di recupero.

[caption id="attachment_78902" align="aligncenter" width="960"] Cala Moresca e i suoi forni di calce abbandonati. Quarta ed ultima tappa dell'Archeo Golfaranci[/caption]

L’azione di informazione e valorizzazione culturale del loro territorio ha lasciato pienamente soddisfatti anche gli assessori alla cultura Ofelia Canu e all’ambiente Paolo Madeddu, presenti alla prima di una serie di iniziative culturali che sono state ideate dalla Larathanos per il territorio golfarancino. L’importanza e la novità dell’evento di sabato sta nell’avere proposto per la prima volta un itinerario guidato da professionisti ed esperti in siti quasi ignoti ai più (basti pensare che oltre cinquanta degli ottanta partecipanti non avevano mai visto o non conoscevano affatto l’esistenza del pozzo Milis e del bunker restaurato) né mai erano state edotte del grande significato storico e poleogenetico della stazione ottocentesca di Golfo Aranci, che eccezionalmente è diventata luogo di partenza ed arrivo di un itinerario storico-territoriale affrontato con profondità di conoscenza e competenza esclusiva dai relatori.

[caption id="attachment_78903" align="aligncenter" width="638"] Un momento della visita al pozzo sacro nuragico Milis (foto Maurizio Casula)[/caption] [caption id="attachment_78904" align="aligncenter" width="960"] Interno del bunker perfettamente restaurato da Tonino Ena (foto Maurizio Casula)[/caption] [caption id="attachment_78906" align="aligncenter" width="960"] La spiegazione al "Pozzo Milis" (foto Maurizio Casula)[/caption]