Olbia, 06 Settembre 2014 - L'anno scorso hanno percorso tutta la Sardegna con rollerblade e bicicletta. Quest'anno hanno provato a cambiare mezzo di locomozione e hanno deciso di usare lo skiroll: letteralmente gli sci con le ruote inventati nel lontano 1930 per fare allenare gli sciatori di fondo anche durante la stagione estiva. Stiamo parlando di Furio Tripicchio e del suo team di sostenitori che con l'iniziativa "Ammentos, dalla Sardegna all'Europa" hanno girato tutta l'isola per poi sbarcare questa mattina sullo stivale italiano per raggiungere le Cinque Terre, in particolare il paesino di Monterosso. Ieri, all'ora di pranzo, Ammentos è arrivato ad Olbia per incontrare il presidente del consiglio comunale, Vanni Sanna, e l'assessore allo Sport, Gesuino Achenza. Durante l'incontro, a Furio Tripicchio sono stati consegnati tre documenti nei quali sono scritte le rivendicazioni della città di Olbia: attenzione e risarcimenti per gli alluvionati, finanziamenti per il MecMar, l'attivazione della Zona Franca. Per questo motivo, nell'ufficio del sindaco, erano presenti anche il Comitato 18/11 con la sua portavoce Patrizia Piselli e il comitato Zona Franca capitanato da Maria Grazia Fumera e Andreas Coni. "
Lo scopo di questo viaggio è quello di raccogliere le istanze dei sardi e di portarle all'attenzione dell'Unione Europea - ha detto Furio Tripicchio -.
Questo è un progetto di tipo culturale. Usiamo lo sport per raggiungere altri obiettivi". In Europa, il gruppo di Ammentos verrà ricevuto dagli europarlamentari sardi. A loro verranno consegnate tutte le richieste raccolte in Sardegna - e sono tante: Cagliari, Monastir, Oristano, Nuoro ed Olbia. Oggi, in Liguria - nel paesino di Monterosso, Furio Tripicchio e il suo staff parteciperà a una commemorazione in onore di Sandro Usai, il volontario di origine sarda morto durante l'alluvione che ha spazzato via le Cinque Terre. Con questa commemorazione, Ammentos vuole creare un firlo conduttore per tutto il suo viaggio, ovvero la mescolanza tra i popoli: i sardi che lasciano la loro terra e che, senza dimenticare mai di essere sardi, si sacrificano in diversi modi - anche con la vita - per la terra che li ha accolti. Una contaminazione, un arricchimento, una crescita che rende le culture del mondo vive e vitali. Il messaggio da portare all'Europa è chiaro: l'omologazione delle culture, in Europa, è impossibile e bisogna salvaguardare le differenze per diventare ancora più europei.
