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Alluvione, crollo di Monte Pinu: amministratori chiedono il ripristino della strada

Alluvione, crollo di Monte Pinu: amministratori chiedono il ripristino della strada
Alluvione, crollo di Monte Pinu: amministratori chiedono il ripristino della strada
Angela Galiberti

Pubblicato il 09 August 2014 alle 15:18

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Olbia, 08 Agosto 2014 - Un sole cocente spacca in due la pietra mentre alcuni amministratori galluresi tengono una conferenza stampa ai piedi di Monte Pinu. Sono Marco Piro, Tiziano Pinna, Giovani Casalloni, Michele Fiori, Vito Langiu per Olbia, Mario Mulas per Golfo Aranci, Anna Paola Isoni per Tempio Pausania e Antonino Corda per Calangianus. Sono tutti di Forza Italia. Alcuni sono in maggioranza, altri no: ma questa non è la cosa importante. La cosa importante, oggi - sotto il sole cocente di Agosto, è che la strada per l'Alta Gallura è ancora come il 18 Novembre. "A Monte Pinu il tempo si è fermato - dice Marco Piro, consigliere comunale di Olbia -. Noi vogliamo proporre un documento unitario a tutti gli amministratori della Gallura che verrà consegnato a mano sia al Premier Matteo Renzi, che dovrebbe venire qua a fine Agosto, sia al Presidente della Regione Pigliaru. In altri territori sono stati fatti interventi veloci. Il ponte sul Cedrino è stato riaperto al traffico, ma noi non godiamo di questa fortuna. Qua rimangono solo le auto delle vittime nonostante le indagini siano già chiuse. In più la segnaletica è scadente". Per tutto il tempo della conferenza è un susseguirsi di auto guidate da turisti che, una volta arrivate all'interruzione, faticano a capire dove andare. Il fantomatico cartello "tutte le direzioni", infatti, non ispira molta fiducia e non dà informazioni utili a chi non conosce bene la Gallura. Tutto questo traffico, adesso, passa su strade pensate per lo più per traffico locale e i primi problemi stanno venendo drammaticamente a galla. "Siamo tagliati completamente fuori - racconta Anna Paola Isoni, consigliere comunale di Tempio -. Chi vive in Alta Gallura tocca con mano la sofferenza e il disagio tutto l'anno, specialmente chi fa il pendolare e lavora ad Olbia. Le infrastrutture viarie erano già disastrate, adesso siamo veramente caduti in basso. A soffrire è il territorio di tutta la Gallura". La stessa sofferenza è raccontata dal rappresentante di Calangianus. "Sappiamo che c'è un buon 30% di pendolarismo - dice Antonino Corda, assessore al Bilancio di Calangianus - che transita qui per lavoro. L'infrastruttura è inadeguata, non può sopportare questa mole di traffico. NOn possiamo che rimarcare questo silenzio assordante che ci circonda". Anche Golfo Aranci, che raccoglie tanto di quel pendolarismo che viaggia sulle strade della Gallura, si unisce al coro. "Mi unisco a questo grido di dolore - dice Mario Mulas, vicesindaco di Golfo Aranci -. In questo territorio assistiamo sempre a tanto menefreghismo da parte delle istituzioni". Ad andarci giù pesante è stato Michele Fiori. "Rimarco l'intervento vergognoso della Regione - ha detto Michele Fiori, consigliere comunale e vice presidente del Consiglio Comunale di Olbia - che nella distribuzione dei fondi ha dato 4 milioni a Bitti e solo 5 milioni ad Olbia". Anche Vito Langiu esprime parole di dissenso nei confronti della Regione e dei Ministri della Repubblica che hanno promesso mari e monti i giorni immediatamente successivi all'alluvione. "Dopo i ministri che hanno promesso mari e monti è arrivato un silenzio assordante - dice Vito Langiu, consigliere comunale olbiese ma soprattutto cittadino che è rimasto isolato a causa del crollo del ponte Loddone -. Le notizie provenienti dalla Regione sono vergognose. Avremmo dovuto fare azioni eclatanti. Dobbiamo farle. Dobbiamo bloccare l'intero territorio, dobbiamo farci rispettare". "Questa realtà non può essere dimenticata", chiosa Tiziano Pinna. Mentre Giovanni Casalloni mette l'accento sul problema della sicurezza. "La strada che si sta usando non è adeguata - rimarca Giovanni Casalloni -. Il rischio è di aggiungere croci ad altre croci". I consiglieri hanno preparato un documento da fare firmare a tutti i loro colleghi galluresi. In questo documento si denuncia con forza l'assoluto disinteresse che lo Stato Italiano e la Regione Sardegna hanno nei confronti della Gallura e della città di Olbia.