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Cronaca

Acquario all'aeroporto, lettera aperta di VegOlbia

Acquario all'aeroporto, lettera aperta di VegOlbia
Acquario all'aeroporto, lettera aperta di VegOlbia
Angela Galiberti

Pubblicato il 28 June 2014 alle 17:36

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Olbia, 28 Giugno 2014 - L'Acquario in Aeroporto, inaugurato ieri al Costa Smeralda di Olbia, ha suscitato tanta ammirazione e meraviglia, ma anche qualche perplessità. A prendere la parola sono stati i ragazzi dell'Associazione olbiese "VegOlbia", i quali hanno deciso di scrivere una lettera aperta indirizzata alla Geasar, società che gestisce lo scalo olbiese. Secondo i giovani di VegOlbia, l'acquario non è una iniziativa positiva nè educativa. "In tanti paesi, oggi, si stanno smantellando le più atroci e inutili violenze perpetrate da tempo immemore dall’uomo - scrive VegOlbia nella sua lettera -. Corride, circhi, allevamenti…e noi? Iniziamo oggi a sporcarci di tale infamia? In sostanza poi, in che modo può un acquario, rappresentare la Olbia, il suo territorio, la Sardegna?". Riportiamo integralmente la lettera scritta dall'Associazione "VegOlbia".
Cari amici, chi Vi scrive è l’Associazione VegOlbia. Vi scriviamo nello stile che vogliamo ci caratterizzi: amichevole e senza formalismi di sorta. Noi in sostanza ci occupiamo principalmente di animali. Oltre a non mangiarli, a non indossarli e via discorrendo, ci occupiamo di loro anche attraverso il prestare attenzione affinché essi vengano rispettati. Anche loro sono esseri senzienti. Vi indirizziamo questa lettera aperta senza intento alcuno di scatenare la solita diatriba che, sistematicamente, viene ridotta a “guerra tra animalisti e non animalisti”. Noi non siamo animalisti: siamo per il rispetto dovuto ad ogni essere senziente. Questo rispetto è venuto nuovamente meno, nel momento in cui avete deciso di installare le vetrine dell’orrore all’interno dell’Aeroporto Olbia Costa-Smeralda. Nessun contenitore colmo d’acqua potrà mai essere considerato idoneo per un pesce, mai. Olbia è la porta della Sardegna e dovrebbe, quindi, essere aperta da una immagine gentile e cordiale, non da una scorbutica, orrenda e deplorevole. Un acquario non può che rappresentare quest’ultima. Questa immagine che accoglie, dovrebbe anche educare. Educare al meglio, non al peggio. In tanti paesi, oggi, si stanno smantellando le più atroci e inutili violenze perpetrate da tempo immemore dall’uomo: corride, circhi, allevamenti…e noi? Iniziamo oggi a sporcarci di tale infamia? In sostanza poi, in che modo può un acquario, rappresentare la Olbia, il suo territorio, la Sardegna? Immaginate se al posto delle quattro pareti di vetro ci fosse un’installazione di mega video, dove vengono trasmesse immagini del territorio. Magari quattro screens interattivi. E’ solo una delle alternative, magari neanche la migliore, ma comunque senza procurare malessere senza che nessuno venga segregato in quattro mura, in un luogo ben lontano dal proprio habitat. Non sappiamo e non vogliamo sapere se dietro all’acquario vi sia uno sponsor, acoordi economici con Comuni e/o società o altro: è solo un pugno nello stomaco e, per la città, uno schiaffo in pieno volto.